Non è un segreto che è dal 2015 che torno ripetutamente a lavorare a Merci Sospette dall’Est.

Ci ho provato durante il NaNoWriMo del 2015.

Durante il Camp NaNoWriMo di aprile 2017.

Durante il Camp NaNoWriMo di luglio 2017.

Ho provato a tornarci su a dicembre 2018, ma non sapevo più dove sbattere la testa.

Continuavo a girare intorno alla stessa trama, alle stesse dinamiche, cercavo di approfondire aspetti che so bene mi riescono solo mentre scrivo e revisiono.

Ma non volevo fallire con questa storia. Non potevo.

Non solo perché l’ho promessa, con tanto di teaser a fine Caccia Grossa nell’Est:

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Ma anche perché temevo che le mie difficoltà con questa storia fossero dovute al periodo in cui ho provato a scriverla per la prima volta.

Il grafico del NaNoWriMo di quell’anno mostra bene in che stato mi trovavo:

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Avrò raggiunto e superato le 50K ma di quella storia non ho salvato nulla. E da metà mese ho fatto sempre più fatica a raggiungere la quota giornaliera.

La mia mente era troppo piena di pensieri esterni alla storia, troppo piena dai problemi nella vita reale, dal conflitto che stavo vivendo tra quel che volevo io e le aspettative degli altri, al punto che non ero proprio in grado di dedicarmi alla scrittura come avrei voluto.

E considerando che il cuore di quel conflitto era la mia difesa della scrittura come un momento “sacro” che dovevo riservare a me stessa (alla facciazza del capitalismo, LOL), non è stato proprio d’aiuto avere difficoltà con MS.

Novembre 2015 (e il mese successivo) è stato un periodo difficile dal pov psicologico, che si è ovviamente riflesso sulla mia salute fisica, ma una volta tolta la causa principale della deriva (la pillola) e, anni dopo, aver deciso di fare un tentativo con la psicoterapia (che ormai adoro), non vedevo perché non riprovare.

Peccato che il problema non fossi solo io, ma anche la storia.

Semplicemente non potevo forzarmi a risolvere la storia, così come mi stavo forzando a farle seguire binari che non erano i suoi.

Però. quando ho avuto l’illuminazione su cosa non funzionava (il plot esterno inadatto alla protagonista) e un’idea migliore, ho deciso di dedicare questo novembre (di quest’anno folle) a rimettermi a scrivere MS.

Ho cercato di essere cauta, di non ripetere gli errori di un tempo, per quanto molte circostanze del 2015 sembrassero ripetersi: i giorni della settimana uguali a quelli del novembre 2015, sono di nuovo sotto pillola, sto scrivendo lo stesso progetto, ho scritto (e postato!) nei mesi passati un progetto del 2015 che avevo abbandonato…

C’erano tutte queste ripetizioni di sottofondo, alcune delle quali sono emerse solo riprendendo le statistiche e i post del 2015, che non mi facevano stare tranquilla.

Ma allo stesso tempo, mentre a ottobre ero un po’ in ansia perché mi sembrava di non essermi preparata a dovere, il mio inconscio –che mi lascia raramente messaggi così chiari– mi ha fatto capire senza mezzi termini che queste paure erano ridicole e dovevo piantarla di ingigantire una cazzata.

Wow. Se credevo di essere dura con me stessa, il mio inconscio è peggio LOL

Fatto sta che, da quando ho decifrato quel messaggio (con un aiuto, ovvio), mi sono rilassata.

Ero pronta. Potevo farcela.

Ce l’avrei fatta.

Avrei scritto ‘sta storia, dall’inizio alla fine per raccontarla a me stessa una volta per tutte.

E per avere una base da cui partire per la revisione.

Così, iniziato il NaNoWriMo, mi sono messa all’opera. E ho scoperto di amare questa versione, che è quella giusta, anche se certe parti fanno male, se vanno a toccare tasti che non sapevo fossero delicati, anche se ho avuto paura di scrivere certe scene (senza avere ancora chiaro perché).

Ho scritto, scritto e scritto.

E questo è il risultato:

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Alla faccia delle simmetrie!

Ho imparato qualche lezione da questa esperienza: possono ripetersi determinate condizioni esterne, ma io non sono quella che ero la prima volta che si sono presentate quelle condizioni. Non posso bagnarmi due volte nello stesso fiume.

Ma soprattutto: ogni storia ha il suo tempo.