Avevo iniziato a scrivere un post per la seconda settimana, ma non l’ho mai concluso, quindi tanto vale raggruppare tutto insieme e trarre le mie conclusioni di fine NaNo.
Per i fanatici delle stats come me, un po’ di cifre:
Seconda settimana: 31.585/50.000
Terza settimana: 48.135/50.000
Quarta settimana e ultimi due giorni: 67.145/50.000
Quanto ho scritto in totale? 35 ore ca. in sessioni da 21min (in media).
I giorni in cui ho fatto più sessioni sono stati i weekend, perché durante i write-in spesso si facevano 4 sprint.
Velocità media: 1932 parole all’ora.
Com’è andato l’approccio sostenibile e consapevole?
Forse dai numeri non sembra che io abbia rispettato il mio proposito, ma se non lo avessi fatto avrei probabilmente mirato a finire la prima stesura e avrei avuto almeno 30k parole in più di quelle attuali.
E invece ho rispettato i limiti autoimposti: in settimana ho scritto quelle 3 sessioni che mi servono per raggiungere l’obiettivo giornaliero, e al weekend ho scritto solo durante i write-in. (Ci sono state un paio di eccezioni, ma ci sta che ogni tanto ricada nei vecchi pattern, no? :°D)
Di sicuro mi ha aiutato avere altre abitudini giornaliere da mantenere, come fare yoga ogni sera e giocare ad Animal Crossing: News Horizons (controllare il prezzo delle rape due volte al giorno fa!).
In linea di massima, non è stato così difficile, ma credo di averne beneficiato soprattutto per l’approccio alla storia.
Non ho finito la prima bozza
Non sarebbe nemmeno una novità, se non fosse che ho finito le prime stesure negli ultimi due anni e nel 2017.
Il 2018 è stato un po’ un fallimento (o almeno così l’ho percepito io) perché sono arrivata a novembre con una storia plottata poco e nel solo mese di ottobre, mentre però cercavo di chiudere la revisione di TD, scivevo un articolo (sullo Show don’t Tell) e un racconto.
Siccome mi piace usare le mie passate esperienze per aspettarmi il peggio da quelle attuali e future, avrei potuto benissimo ripensare al 2018 (e al 2016, e al 2013) essere terrorizzata dal bisogno di fermarmi dopo la prima volta dei miei protagonisti, il vento in poppa sparito come la sexual tension tra loro.
E invece no, non vedevo l’ora di potermi fermare un attimo per respirare e… rileggere quel che ho scritto.
Tutte azioni che in passato mi hanno portata a incagliarmi!
Ma non posso negare che, continuare come un treno fino alla fine, seguendo l’outline, non ha prodotto risultati migliori. Quelle storie sono ancora lì, alla prima stesura e non ho trovato la voglia di rileggerle (nonostante alcune le ho messe pure sul kindle con quello scopo, vedasi IDDPA del 2017 e NOM del 2019).
Quindi, direi, i risultati sono positivi, no?
Prossimi passi
Finito il NaNo ho preso una pausa da SM e nei giorni passati ci son tornata su per rileggere quanto scritto durante il NaNo (fatto più unico che raro), e nonostante la mia abitudine a spiattellare tutto subito nella prima bozza, non mi fa tutto schifo.
E ho voglia di lavorare alla storia, passo dopo passo.
C’entra anche che non ho altre storie in mente al momento? O forse non ho altre storie in mente perché sono troppo presa con questa?
Mistero!
Io intanto procedo e intendo farlo fino a concludere la prima bozza. Dopotutto non sono molto distante dalla fine, ho superato abbondantemente la metà. So di potercela fare 😉
In conclusione
Gli altri anni, scrivere il più possibile e vedere fin dove potevo spingermi in un solo mese era molto stimolante, era di sicuro un modo per provare qualcosa a me stessa, ma a parte alcuni momenti di “nostalgia” per quel brivido, non mi dispiace come ho preso il NaNo quest’anno e in generale non mi sta dispiacendo l’approccio alla scrittura che sta emergendo poco a poco da quest’estate.
Sarà stato il disastro primaverile a cambiare qualcosa in me? O la pausa forzata dovuta al burn out emotivo che ne è seguito?
Non ne ho idea e sto ancora cercando di capirlo, ma per ora terrò lo sguardo fisso sull’esperienza attuale e il passato lo userò solo per dirmi “guarda come sto prendendo meglio questa situazione qui”.