Aspetta un attimo, l’obiettivo del NaNoWriMo non è arrivare a 50.000 parole nella prima bozza di una storia durante il mese di Novembre?

Certo, ma io ho un problema.

Quando ho un obiettivo e una scadenza, mi parte la visione tunnel e lavoro a testa bassa finché non arrivo a destinazione.
Il che può sembrare molto bello e utile, ma di fatto non lo è.

Se i primi due anni è stato d’aiuto per:

  1. acquisire fiducia in me stessa;
  2. imparare a conoscere me stessa come scrittrice sotto pressione;
  3. sviluppare una routine di scrittura;

ormai sono all’ottava partecipazione al NaNo.

Non sono più la giovane fanciulla del 2013 che stava iniziando a prendere la scrittura davvero sul serio.

Come se non bastasse, nelle edizioni precedenti, ho avuto il brivido di:

  • non finire le storie iniziate durante il NaNo;
  • scoprire difetti strutturali che non mi aspettavo (e per cui non ero pronta);
  • scrivere 100.000 parole in un mese con due progetti;
  • scrivere 100.000 parole con uno progetto scritto dall’inizio alla fine, dopo svariati tentativi falliti, tra cui uno nel NaNoWriMo 2015.

Direi che ho abbastanza esperienza per poter affermare con certezza che, anche con la depressione strisciante (vd. 2015), posso concludere questa sfida.

Quindi, che mi resta? Che gusto dovrei trovare a partecipare al NaNoWriMo anche quest’anno?

Tanto per cominciare, per la comunità.

È bellissimo il clima che si respira a Novembre tra le mail ufficiali e i social, dove tutti sono alle prese con la stessa sfida, ma con approcci diversi e sfide personali diverse.

Anche perché ogni storia è una nuova avventura, scrivere non è mai un processo sempre uguale a se stesso, perché ci sono tanti elementi che cambiano di storia in storia, a partire da chi la scrive.

Quindi è bello guardarsi intorno e vedere tanta altra gente concentrata sullo stesso obiettivo.

E poi ci sono gli eventi, come i write-in organizzati da Dru C. Alba e Silvia Torani sui rispettivi canali YouTube, in cui ci si trova live con altri utenti a scrivere tutti insieme in sprint di 20, 25, 30 minuti, lo si concorda in diretta.

Poi ci sono i badge!

È solo una mezza battuta, perché a me entusiasma molto la gamification e quindi avere un posto dove inserisco quanto ho scritto e ogni tot sblocco qualcosa mi dà una gran carica.

Non so per quale strana ragione mi manchi un badge tra quelli in alto, perché me lo sono meritato eccome!

Gli altri anni, infatti, buona parte dell’energia che trovavo dopo il raggiungimento delle 50mila parole era dovuto alla voglia di ottenere tutti i badge a disposizione… sì, anche quello per aver scritto tutti i giorni.

Mica potevo fermarmi?

Infine, è un rituale utile a non farmi procrastinare l’inizio di una nuova storia.

Scrivere qualcosa di nuovo è sempre terrificante per me. Devo dare forma a qualcosa che nella mia mente, nonostante il brainstorming e il plotting, è ancora informe, pieno di possibilità e quindi perfetto.

Perché distruggere la perfezione della infinite possibilità con la mia tecnica traballante e che su cui devo fare ancora molto lavoro?

Il problema è che se non scrivo, non revisiono, non porto al completamento nessun progetto non affinerò mai la mia scrittura fino a renderla non perfetta, ma almeno accettabile per me.

(Non succederà mai, lo so, troverò sempre qualcosa di cui essere insoddisfatta, ma almeno posso provarci.)

Quindi, se il resto dell’anno ho sempre ottime scuse per fare altro (le fanfiction sono un’ottima distrazione, revisionare all’infinito tutti i work in progress pure), a Novembre devo scegliere un progetto e buttarmi nella prima bozza.

Sono costretta! È il NaNoWriMo! Posso mica dirgli di no?!

E così, eccomi un altro anno con una nuova storia da scrivere.

Non è quella che mi aspettavo l’anno scorso, ma tutto il 2021 non è andato come mi aspettavo (quale anno lo fa?), anche se ricordo un template che avevo postato nelle stories di IG in cui sapevo che non avrei fatto quanto mi prefiggevo di fare.

Apprezziamo la chiaroveggenza che ho mostrato nella risposta a “Cosa scriverò davvero nel 2021”

Il mio progetto per il NaNo 2021

Idea sorta dai commenti con la beta durante la visione di 50SDG (in particolare la scena in cui il signorino Grey racconta la sua backstory tormentata ma che mi ha fatto solo urlare “sei un sub, perché giochi a fare il Dom???” alla povera televisione) e che ho iniziato a sviluppare nel 2017 quando ho finito troppo presto con IDDPA.

SM è un romance con ambientazione contemporanea, parte di una serie in cui tutti i protagonisti sono coinvolti nell’ambiente BDSM, ma soprattutto in cui la maggioranza delle protagoniste femminili è sull’estremità dominante, e i protagonisti maschili in quella della sottomissione nello spettro delle dinamiche di potere.
Come al solito, quando non trovo quello che voglio leggere, vuoi o non vuoi viene a me voglia di scrivermelo.

È stato il progetto che mi ha riportata poco a poco alla scrittura dopo la primavera di quest’anno (tra la mia casa trasformata in lazzaretto per madre e fratello e la pillola che, in quella situazione, ha dato il colpo di grazia alla mia già fragile salute mentale) e che non ha finito di ispirarmi.

Anzi!

Ho plottato tra giugno e luglio la prima storia (SM), fino a sviluppare idee per una novella e altri tre romanzi legati a personaggi secondari e di contorno.
Questi personaggi e il loro universo mi hanno tenuto compagnia a settembre e durante tutto il Writober, ormai gli voglio bene come a degli amici.

Il primo romanzo non ha ancora un titolo, se non quello delle iniziali dei protagonisti (Milena e Alessandro “Sandro”, il gioco di parole e il riferimento a un brano di Rihanna assolutamente voluti), e ha una cover abbozzata per trasmettere le vibe che cerco di dare alla serie.

In compenso, i personaggi hanno dei ritratti perché una persona molto gentile che leggeva i racconti su AO3 me lo ha chiesto.

Così, scriverò il primo romanzo, quello da cui è partito tutto e gli darò tutte le attenzioni e la cura che gli servono già in prima stesura.

Bando all’ansia da prestazione, quest’anno! E avanti alla scoperta di un nuovo approccio alla scrittura che sia più consapevole e sostenibile per me.